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Conferenza sul clima del 18 novembre: gli sviluppi

Il 18 novembre 2022 si è chiusa la Cop 27, ovvero la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, tenutasi a Sharm El Sheikh.

La Cop 26 si era chiusa con l'approvazione del Patto per il clima di Glasgow e tutti si aspettavano che quella di quest'anno sarebbe stata improntata sull'attuazione di quanto scritto nel 2021.

Purtroppo con l'invasione dell'Ucraina, da parte della Russia, la situazione è andata via via peggiorando a livello geopolitico. La chiusura dei gasdotti russi ha mandato in crisi i paesi che basavano le loro forniture sulle risorse russe.

Quanto accaduto ha mostrato la fragilità dei sistemi energetici di oggi e si sperava in un cambiamento di rotta di tipo green da parte di questi Paesi.

Essi, però, hanno subito ricercato altri possibili fornitori, rivolgendo le loro attenzioni alla riapertura di centrali energetiche alimentate con fonti fossili.

Come se non bastasse, completamente in contrasto con qualsiasi parola spesa sul clima negli ultimi anni, la Russia è arrivata a bruciare quantità impressionanti di gas naturale, gettando nell'atmosfera grandi volumi di sostanze inquinanti.

Protagonista di questa conferenza è stata l'Africa, paese ospitante, che è riuscita ad ottenere la ratifica di almeno un obiettivo tra quelli che la riguardavano. Infatti, dopo una strenua trattativa, si è deciso per l’istituzione di un fondo destinato ai Paesi più poveri, vittime degli effetti devastanti del cambiamento climatico. Tuttavia, per la decisione di tutti i dettagli tecnici, a partire da chi lo finanzierà fino a chi saranno i destinatari delle risorse, si dovrà attendere gli esiti delle trattative che saranno condotte nel corso del 2023. 

Comunque la questione climatica è stata ancora una volta abbandonata ai posteri e le parole del Vicepresidente della Commissione europea e capo delegazione EU alla COP, Frans Timmerman, fanno trasparire la delusione di un'opportunità perduta : “Sulle riduzioni delle emissioni abbiamo perso un’occasione e molto tempo, rispetto alla COP26. La soluzione non è finanziare un fondo per rimediare ai danni, è investire le nostre risorse per ridurre drasticamente il rilascio di gas serra nell’atmosfera”. 

La conclusione di questa COP è dunque  dolce-amara: nonostante i tanti disastri ambientali che hanno colpito tutto il mondo durante l'anno corrente, nulla è stato deciso in merito all'attuale problema climatico destinato solo a diventare sempre più critico. È questo il momento in cui si deciderà il destino del pianeta: vita o morte non è più un Aut Aut esagerato, non è più un'iperbole, ma è ciò a cui destineremo il futuro. Questi cambiamenti certamente sarebbero avvenuti in natura, ma l'uomo ne ha velocizzato talmente tanto gli effetti che la Terra non avrà il tempo di adattarvisi e allo stesso modo gli uomini:la Natura è tremenda e non proverà compassione.