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Perché ci ammaliamo

Il senso comune insegna che, presto o tardi, tutti ci ammaliamo. Grave o lieve che sia, la malattia è parte integrante della vita umana.

Ma perchè siamo cosí soggetti a sviluppare patologie? 

La risposta a questa domanda è, come spesso accade nelle scienze, tanto interessante quanto inquietante.

Essenzialmente, in quanto specie, anche Homo Sapiens è soggetto all’inesorabile processo dell’evoluzione per selezione naturale.

Nei millenni che contraddistinguono il tempo profondo della vita, gli individui biologici, sia animali sia vegetali, vengono selezionati in base alla loro capacità di adattarsi all’ambiente. Conseguenza immediata di questo meccanismo di selezione è il fatto che, nel susseguirsi delle generazioni, i tratti fenotipici che consentono a più individui di sopravvivere si diffondono a macchia d’olio, diventano caratteristiche maggioritarie del bauplan della specie. L’evoluzione, quindi, è inequivocabilmente legata ad un fattore fondamentale: la riproduzione.

Il tratto vantaggioso si diffonde sempre di padre in figlio, e così ancora di generazione in generazione, portando alla comparsa dello stesso in un ampio numero di individui. Se il capostipite non si riproducesse, il tratto selezionato finirebbe in un vicolo cieco evolutivo e non ci sarebbe occasione di diffonderlo presso la maggioranza della specie di appartenenza.

Nella fredda logica della selezione naturale, tutto ciò che conta è la riproduzione: gli individui, dunque, verranno selezionati sempre e solo in base alla loro capacità di sopravvivere fino al momento dell’accoppiamento. Un tratto evolutivamente vantaggioso è tale, quando massimizza la probabilità di vivere fino al momento della copulazione.

Ogni altra cosa è assolutamente opzionale.

E la malattia? 

All’evoluzione non interessa affatto migliorare la specie rendendola più resistente alle patologie. 

Un individuo è selezionato, e i suoi tratti tramandati, non quando si dimostra immune ad ogni patologia, ma quando riesce a non ammalarsi prima di essersi accoppiato con successo. 

La malattia sarà sempre parte dell’esistenza umana, così come la morte sarà sempre condizione necessaria per la vita.