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Scontro sull'immigrazione, Salvini: "Ora la pacchia è finita"

"Col Pd caos e clandestini, con la Lega ordine e rispetto. Certi sindaci rimpiangono i bei tempi andati sull’immigrazione, ma anche per loro è finita la pacchia!". Così su twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini torna sul fronte che si è aperto con alcuni sindaci, in testa Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo.Orlando non cede: porterò la legge davanti a un giudice civile: "Ho disposto la sospensione del decreto e ho dato incarico all’ufficio legale di adire il giudice. Io vado dal magistrato perché non posso andare alla Corte Costituzionale per violazione dei diritti umani e per violazione di articoli specifici della Costituzione. Occorre sollevare la questione incidentalmente in un giudizio. Io, come sindaco, andrò davanti al giudice civile e dirò che faccio un’azione di accertamento se questa legge del Parlamento sia conforme o non conforme. Se il giudice ritiene che sia non manifestamente infondata e sia rilevante ai fini della decisione rimetterà gli atti alla Corte Costituzionale". Così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando intervistato da SkyTg24. "Laddove ci siano dubbi - ha continuato Orlando - il sindaco, firmando e assumendosi la responsabilità, decide di sospendere in attesa di avere una valutazione definitiva da parte della Corte Costituzionale". E ancora: "Ho fatto un atto istituzionale, da sindaco", ha precisato il primo cittadino, spiegando la sua decisione di `sospendere´ l’applicazione della legge bandiera della Lega. "Ritengo che questo decreto per alcune sue parti riguarda competenze esclusivamente comunali, quelle in materia anagrafica, e realizza una violazione dei diritti umani. Da questo punto di vista è disumano e criminogeno, perché produce crimine". "Questo provvedimento - ha concluso - serve a trasformare in illegali quelli che sono legali e a consegnarli alla disperazione, alle bande organizzate e alla criminalità diffusa. Questo è contro il diritto alla sicurezza. Vorrei ricordare al Ministro Salvini che in un Paese democratico la sicurezza si garantisce rispettando i diritti delle persone, non emarginando".