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Piazza Kennedy, l'Arci: "Il parco ha bisogno di partecipazione e socialità"

Se un ambiente urbano – che sia un parco, una strada, una piazza – non è vissuto, non ha poli di interesse, non ha attività di carattere sociale diventa automaticamente uno spazio abbandonato, dove le fragilità sociali si raccolgono e dove si genera microcriminalità  ma soprattutto tanta solitudine.

Questo è quello che da anni accade al Parco di Piazza Kennedy, che dopo essere stato riqualificato e messo a nuovo attraverso i fondi europei, versa da anni in uno stato di quasi abbandono – in particolar modo nelle ore serali - di cui la casetta di vetro, perennemente chiusa e al buio, è il simbolo più in vista.

“Leggiamo con stupore le dichiarazioni fatte da alcuni esponenti della politica cittadina sui giornali di oggi riguardo il parco di Nunno. Crediamo anche noi che serva un presidio: ma non delle forze dell'ordine ma sociale - dichiarano Antonio di Gisi, Stefano Kenji Iannillo e Jessica Festa riferimenti di Legambiente, Arci e Puck TeaTrè -. Le esperienze in città ci hanno ben insegnato che i posti abbandonati si rigenerano quando c'è vita e ci sono attività in grado di coinvolgere la cittadinanza e indirizzarla verso il bene della comunità.". 

“Nel periodo in cui era aperto il nostro villaggio di Natale il parco era un luogo di felicità, di incontro, di partecipazione - continua Jessica Festa -. Perché non può essere sempre così? Perché non possiamo continuare a presidiare il parco con attività per i più piccoli ma anche per le persone adulte?”.

“Già a dicembre come Arci ci siamo proposti per attivare un percorso di co-progettazione insieme ad altre associazioni per fare della Casina di Vetro un centro culturale e un presidio sociale - continua Iannillo - In cui mettere a disposizione anche le nostre risorse interne per attivare sportelli di ascolto, di orientamento e inclusione sociale”. 

“La Legambiente da anni monitora lo stato di salute degli alberi all’interno del parco, un vero e proprio polmone verde della città - afferma Di Gisi -. Crediamo anche noi che possa diventare uno spazio permanente per l’educazione ambientale, per le attività di cura del verde attraverso la creazione di un vero e proprio “parco civico”. 

“Una sorveglianza effettuata dalla polizia municipale non servirebbe a tenere un parco vivo ma al massimo il contrario, lo renderebbe vuoto: un mero luogo di passaggio” concludono i tre “Ci sorprende che nessuno voglia sfruttare l'esperienza di questo Natale che avrebbe dovuto insegnarci che parco Di Nunno non è destinato al degrado ma può essere un luogo di incontro e di bellezza. Rinnoviamo quindi l'impegno di Arci, Puck e Legambiente di avviare insieme alla città un progetto di rigenerazione e chiediamo al comune, al sindaco Festa e all’assessore Luongo di investire in questa possibilità piuttosto che cedere alle sirene securitarie di una destra che sa solo alimentare il fuoco della paura. Noi vogliamo riportare la gioia e la felicità della cura verso la propria città”.