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Patierno sbaglia il gol vittoria: solo un punto e tanti fischi per l'Avellino di Pazienza

Il nuovo corso comincia con un punticino. Il pari contro il Foggia conferma limiti, difetti e paure dell'Avellino che deve lavorare e crescere tanto per assimilare il nuovo sistema di gioco di Pazienza. L'allenatore di San Severo, subentrato a Rastelli, disegna il 3-5-2 con il terzetto difensivo Benedetti-Rigione-Cionek a protezione di Ghidotti. Cancellotti e Tito sono gli esterni del centrocampo che presenta dal primo minuto Armellino, sostenuto ai lati da Dall’Oglio e D’Angelo. In attacco conferma per Marconi e Patierno.

Subito brividi per la difesa irpina, che al 3’ si distrae sul cross di Rizzo che pesca in area Garattoni, che di testa fallisce di un soffio il bersaglio. L’Avellino è contratto, il Foggia prende campo nelle fasi iniziali del match e al 10’ minaccia Ghidotti, costretto a respingere in angolo la botta di Schenetti. Gli ospiti entrano con troppa facilità sul versante sinistro e creano il terzo pericolo al 16’ con una girata di Beretta, che sibila sul fondo. Gli affanni della squadra biancoverde sono evidenti, la manovra è lenta, ci prova Cancellotti ma il suo tiro è un sms per Nobile. Il Foggia si fa apprezzare per la semplicità dello sviluppo della manovra che permette a Di Noia al 26’ di incutere ancora paura a Ghidotti con un sinistro rasoterra, che è leggermente largo. Il popolo biancoverde fa suonare la sveglia ad una squadra troppo nervosa ed imprecisa, che si scuote soltanto alla mezz’ora soltanto con il fendente centrale di Cancellotti, neutralizzato da Nobile. Non basta perché l’Avellino si ingolfa tra le strette linee del Foggia in fase di copertura. Il morale della favola è che Marconi e Patierno sono desaparecidos perché non c’è mai il giusto supporto dei centrocampisti che corrono a vuoto e difettano in precisione. Più spigliata, invece, la compagine di Cudini, che costruisce al 41’ un’altra azione in fotocopia con la sgroppata di Rizzo sulla fascia sinistra ed il conseguente traversone per l’inserimento del solito Garattoni, che anticipa Tito e di testa sfiora il gol del vantaggio. 

La ripresa si apre con un grande spavento per l’Avellino, che viene infilata centralmente da Schenetti, abile a rubare il tempo a Cionek ma arruffone nella conclusione a lato. Stessa musica del primo tempo, Foggia in controllo, Avellino evanescente e confusionario. Pazienza decide finalmente di cambiare inserendo Palmiero e Gori per i deludenti Armellino e Marconi. Proprio un recupero di Palmiero ispira la prima occasione dei lupi: appoggio per Cancellotti e cross per l’incornata di Palmiero, neutralizzata da Nobile. Subito dopo, si infuria l’Avellino perché sull’assist di Gori per Patierno, Carillo aggancia l’attaccante biancoverde all’ingresso dell’area ma Lovison fa proseguire il gioco. Esce Tito, entra Falbo. Il Foggia cala, i padroni di casa si aggrappano alle iniziative dei singoli per far saltare il banco. Pazienza si gioca le ultime carte con gli ingressi di D’Amico e Sannipoli per Cancellotti e Dall’Oglio. All’82’ uno svarione della difesa foggiana regala una grande chance a Patierno che spreca con una botta centrale, tra i guanti di Nobile. Replica ospite con un tiro alto di Peralta che all’85’ potrebbe stappare la partita dopo una palla sanguinosa persa da Palmiero ma il suo fendente si perde a pochi centimetri della porta irpina. Non finisce qui perchè il finale si accende all'improvviso. Sassata di Palmiero con respinta di Nobile, che sui titoli di coda ringrazia Patierno, che spreca un erroraccio di Vacca con un diagonale a lato, tra la disperazione di tutti. Solo fischi per l'Avellino, che non sa segnare nè vincere.