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Irpinia Mood, quando le “rimanenze” possono essere un’occasione e una risorsa per i territori

“Irpinia Mood”, la rassegna enogastronomica che si sta svolgendo presso il Complesso monumentale del Carcere Borbonico di Avellino e che durerà fino al 3 settembre 2023, scalda i motori e continua il suo cammino. Dopo il “buona la prima” prosegue la quattro giorni di eventi con tema “Rimanenze” per celebrare le eccellenze irpine e nazionali. Non solo degustazioni di piatti e di proposte enologiche, complice nel divulgare la filosofia di Irpinia Mood e la cultura che ruota intorno al cibo durante il festival enogastronomico è il talk condotto dalla giornalista Rosa Iandiorio. 

Come quello che si è svolto nel corso della seconda serata dell’evento, un talk diviso in vari momenti. A prendere per primo la parola è stato Giovanni Solofra, chef innovativo e anticonvenzionale con un curriculum di tutto rispetto del ristorante “Tre Olivi”, due stelle nella Guida Michelin Italia 2023, che ha raccontato, tra l’altro, della scelta di tornare in Cilento. Spazio poi al progetto che si è sviluppato a Cairano, piccolo comune irpino, un progetto «nato nel 1994», come ha spiegato l’ex sindaco oggi consigliere provinciale Luigi D’Angelis, quando aveva da poco indossato la fascia tricolore, «ho pensato a un progetto di rinascita. Le rimanenze erano un borgo» vecchio dove «c’erano abitazioni abbandonate, edifici dimessi, tutto era visto in negativo. La rivoluzione è stata considerare queste rimanenze come risorsa», tanto che oggi è sorto un borgo biologico che rappresenta un unicum in Campania, dove «un altro punto di forza è stato la sostenibilità, legare il recupero a nuove funzioni». Nel piccolo comune, inoltre, ci sono vari progetti di riqualificazione che riguardano i vini e Arcangelo Gargano, lo chef del ristorante “Voria” a Cairano, ha sottolineato che «la risposta della gente è positiva, stiamo cercando di fare rete con artigiani e allevatori del posto, ci aiuta con la sostenibilità». 

Irpinia terra di grano e «un’azienda fortemente radicata nel nostro territorio» è il pastificio De Matteis Agroalimentare, con sede a Flumeri, uno dei principali produttori italiani di pasta di alta qualità di grano duro. Un’azienda che ha dato importanza al grano italiano e che, come ha spiegato tra l’altro l’amministratore delegato Marco De Matteis, «aprirà le porte a quattro ragazzi che faranno un percorso per diventare mugnai», una professione che oggi vive le sue difficoltà, «bisogna reinventare queste professioni» e che sta attuando un rilancio della penna liscia dal momento che si è «pensato di portare sugli scaffali qualcosa di dimenticato e i primi risconti ci danno ragione, stanno riscoprendo questo formato di pasta».

A chiudere il talk una discussione sul tema “Il concetto di rimanenza nelle aree rurali. Criticità e opportunità”, con interventi del mondo accademico e del CEO di Mab Security Alessio Iannillo. Se il professore associato di Destination Management ed Economia e Management dell’Innovazione Gianpaolo Basile ha ripreso nel suo intervento il progetto Cairano («assistiamo a un cambiamento del focus economico di un territorio» dal momento che è stato «ricostruito un paese con un’anima diversa» e «anche l’Unione Europea si è resa conto che le aree marginali possono diventare attrattive»), il professore associato di Sociologia dei processi culturali e Internet Studies all’Università di Salerno Alfonso Amendola ha aggiunto che «una parola fondamentale è comunità», che «uno dei grandi punti di forza è questa apertura trasversale recuperando la dimensione di collettività» e che «la parola rimanenza per lungo tempo è stata fraintesa, dentro queste parole c’è tantissimo. Ben vengano artigiani con competenze tecnologiche o esperti di marketing che ragionano sul territorio, si deve essere concreti e visionari».