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Clima, appello di 11 mila scienziati. "E' emergenza, rischio sofferenze indicibili"

Tutti sanno dell'emergenza climatica, ma poco si muove. Arriva così un nuovo appello degli scienziati dopo quello promosso nel 1992 da Henry Kendall, ex presidente del consiglio di amministrazione della Union of Concerned Scientists. "Gli esseri umani e la natura - diceva l'appello del 1992 - sono in rotta di collisione. Le attività umane infliggono danni severi e spesso irreversibili all'ambiente e alle risorse critiche. Se non controllate, molte delle nostre pratiche attuali mettono a serio rischio il futuro che desideriamo per la società umana e per il regno vegetale e animale, e possono alterare il mondo vivente in modo tale da non essere in grado di sostenere la vita nel modo che conosciamo. I cambiamenti fondamentali sono urgenti se vogliamo evitare la collisione che la nostra attuale rotta porterà con sé". Caduto largamente inascoltato il primo appello, ne arrivò un secondo. Nel novembre 2017, 15.364 scienziati hanno firmato e pubblicato su Bioscience un "World Scientists' Warning to Humanity": un "secondo avviso" scritto da William J. Ripple della Oregon State University, insieme a 7 co-autori che chiedevano, tra le altre cose, di limitare la crescita demografica e di ridurre drasticamente il consumo pro capite di combustibili fossili, carne e altre risorse.