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Votarono contro il Mes: tre europarlamentari sospesi un mese dal M5S

Gli europarlamentari Ignazio Corrao, Rosa D'amato e Piernicola Pedicini, sono stati sospesi per un mese dal Movimento 5 stelle, per aver votato il 17 aprile scorso contro una risoluzione che conteneva i vari strumenti messi a disposizione dall’Ue per combattere la crisi del coronavirus, compreso il Mes. Il resto del gruppo grillino al Parlamento europeo, invece, si era astenuto. Per Corrao, insieme alla sanzione per aver votato in maniera difforme rispetto alle indicazioni date dal gruppo, è arrivata anche la revoca dall’incarico di coordinatore degli enti locali grillini.

«Rispetto il verdetto dei probiviri e non farò reclamo, i problemi a cui pensare sono altri», reagisce Corrao, uomo di peso del M5S siciliano e considerato il braccio destro di Alessandro Di Battista nella costruzione di un fronte ortodosso all’interno del Movimento. «Resto convinto che nel merito eravamo nel giusto - aggiunge - e trascorse queste quattro settimane tornerò con ancora più forza ed energia per cercare di cambiare e rinnovare in meglio il M5s in vista del congresso».

La sospensione dei tre europarlamentari finisce così per rimarcare la spaccatura interna al partito pentastellato, tra i governisti moderati, vicini a Giuseppe Conte, e gli uomini di Di Battista che invece lavorano per sfaldare l’alleanza con il Pd. L’ex ministra Barbara Lezzi, ora senatrice tra le più rappresentative del fronte ortodosso, si scaglia con un post su Facebook contro la decisione, da parte dei «presunti vertici», di sospendere Corrao, D’Amato e Pedicini, compiuta solo «per isolare Di Battista, reo di aver presentato una proposta. Parlare di temi e chiedere di non rinnovare alla guida della più potente partecipata di Stato un inquisito, è diventato per il M5S uno stigma».  L’attacco prosegue, ancor più duro: «Bastava dire che non c'è interesse per la proposta. Ma evidentemente è più facile, per i presunti vertici, sedere al tavolo con Franceschini, la Boschi e Salvini, che confrontarsi con Alessandro Di Battista. Ed è questo il punto su cui vorrei soffermarmi perché è l'aspetto che più mi preoccupa».

L’accusa, pesante, è di aver compiuto una ritorsione politica. Si inasprisce, così,  il terreno sul quale si stanno preparando gli Stati generali del Movimento, previsti tra ottobre e novembre, occasione in cui il partito che fu di Beppe Grillo subirà la sua ennesima trasformazione.