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Sportdays 2025, Saviano: "Lo sport, competenze e valori contro l'arrembaggio"

E' tutto pronto per lo start della 24^ edizione di Sportdays. A due giorni dalla cerimonia inaugurale, si registra l'intervento del delegato provinciale del Coni di Avellino, Giuseppe Saviano: "I cultori dello sport, nei decenni passati, erano quasi ai margini della cosiddetta scala sociale. Il pensiero dominante, al di là del “Mens sana in corpore sano” e dei campioni conclamati, era che gli sportivi, nel migliore dei casi, fossero dei perditempo senza nessuna prospettiva futura. Oggi, invece, lo sport è divenuto una diligenza su cui molti vogliono salire con ogni mezzo. La qual cosa non può che farci piacere se ricordiamo, soltanto, la poca considerazione nei confronti di chi praticava attività sportiva con impegno, continuità e serietà. Tutti sono consapevoli, ormai, che il numero degli sportivi, soprattutto tra le donne, è aumentato considerevolmente e che tutto ciò che serve a corredo della pratica sportiva, abbigliamento, impianti, viaggi, ristorazione, alberghi e naturalmente tutto il personale che segue gli atleti e gli uomini e donne che contribuiscono all’organizzazione di ogni singolo evento, dal più piccolo a quello di livello internazionale, hanno posto lo sport tra le voci più importanti del pil nazionale.La letteratura sportiva, i quotidiani, le pubblicazioni scientifiche, inoltre, hanno arricchito la conoscenza, generale e specifica, dando gli strumenti, in passato assenti, per utilizzare pratiche, metodologicamente corrette, a che si potesse insegnare sport, senza danni, a tutte le fasce d’età e per tutti gli obiettivi da conseguire. Tutto ciò, indipendentemente dal miglioramento della qualità della vita e dal diritto costituzionale alla pratica sportiva che seguono, come per ogni cosa, la maturazione del pensiero e della pratica delle popolazioni. Purtroppo, assieme agli aspetti positivi, ci troviamo di fronte ad una cosiddetta “crisi di crescita” che ci obbliga a considerare anche molti effetti negativi, in alcuni casi aberranti. Uno di questi effetti è la specializzazione precoce che provoca danni irreversibili agli allievi e che, tempo fa, ho definito “un doping di secondo livello”. Siamo, inoltre, ad una crisi di competenze che, di conseguenza, non consegna l’acquisizione di buone pratiche sportive. I costi dello sport hanno subito un aumento esponenziale che le famiglie di una volta, molto numerose, non avrebbero potuto sostenere privando le del diritto allo sport tanti ragazzi/e. Vi è, infine, una corsa indecente nell’utilizzare, senza alcun merito, lo sport per apparire piuttosto che creare delle strutture adeguate, consegnare un insegnamento specifico già dalla scuola materna, dare la possibilità alle Società Sportive di tutte le discipline di organizzare con tranquillità e senza trappole clientelari la loro attività. Gli eccezionali risultati, grazie al Mondo dello sport nelle sue varie articolazioni, ci inducono a dimenticare i grandi temi di politica sportiva che, pur avendo contribuito concretamente ai successi attuali, sono stati messi da parte a favore di forti speculazioni e di un uso strumentale dello sport".