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Siri indagato per corruzione. Il sottosegretario: "Cado dalle nuvole"

Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, il leghista Armando Siri, è indagato per corruzione insieme con altre nove personenell'ambito di una inchiesta della Direzione investigativa antimafia di Trapani, per conto della procura di Palermo, su presunte irregolarità nel settore dell'eolico. L'indagine, condotta in parallelo anche dai pm di Roma, ipotizza uno scambio di favori, utilità e denaro per agevolare aziende considerate vicine a un imprenditore Vito Nicastri, di Alcamo (Trapani), da un anno agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni. Una misura che tuttavia non gli avrebbe impedito di continuare a manovrare affari, servendosi di un familiare. Secondo l'accusa, l'attuale sottosegretario avrebbe ricevuto una tangente da 30mila euro per modificare un norma da inserire nel Def 2018 che avrebbe favorito l'erogazione di contributi per le imprese che operano nelle energie rinnovabili. Norma mai approvata, però. A consegnare il denaro sarebbe stato Paolo Arata, l'ex deputato di Forza Italia (genovese come Siri) e responsabile del programma della Lega sull'Ambiente.