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La Corte dei Conti: “Infrastrutture inadeguate pesano sull’Italia”

"Il nostro Paese non dispone di un patrimonio infrastrutturale adeguato al suo sistema economico e produttivo. Si tratta di una realtà incontrovertibile che incide negativamente anche sulla qualità della vita dei cittadini: i trasporti, la viabilità, le reti di comunicazione, i sistemi portuali, la raccolta e la valorizzazione reddituale dei rifiuti, la sicurezza del lavoro, la manutenzione idrogeologica del territorio sono questi alcuni dei principali settori di sofferenza". Lo dice il procuratore generale della Corte dei conti Alberto Avoli, secondo cui "la mancanza di congrui investimenti rischia di accrescere ulteriormente il gap, non solo facendo perdere competitività all’Italia ma determinando anche un peggioramento delle condizioni sociali delle comunità" . "Le procedure di controllo della sicurezza strutturale" delle infrastrutture "sono state in passato e sono tuttora insufficienti al fine di prevenire crolli, come quello verificatosi" a seguito del tragico evento del crollo del Ponte Morandi. Il magistrato contabile cita la relazione della Commissione Ispettiva dal Mit, sottolineando che "la relazione evidenzia, inoltre, un vistoso difetto di coordinamento tra l’attività del concessionario e le funzioni di vigilanza proprie del concedente e cioè proprie delle strutture del Ministero". Avoli, infine, sottolinea la necessità di controlli più stringenti da parte dello Stato, con "apparati tecnici di vigilanza, dei quali la pubblica amministrazione attualmente non dispone a sufficienza".