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Dopo i tanti collaudi e i soldi spesi, il Mose entra in funzione: buona la prima

Il Mose funziona. O meglio, prudentemente, dati i lunghissimi trascorsi anche giudiziari e i quasi 7 miliardi di euro spesi per costruirlo e già ripararlo, quando ancora non era stato nemmeno inaugurato, si potrebbe dire così: oggi, sabato 3 ottobre 2020, alla sua prima prova pratica, il Mose ha funzionato.

Le quattro grandi paratie mobili posizionate a protezione della città si sono alzate senza inconvenienti all’imboccatura della laguna. L’onda alta, spinta dalla scirocco e della piogge di questi giorni, è stata respinta, tanto che il dislivello del mare, in quel punto, era quasi visibile: come un gradino. L’ondata di piena era prevista per le 12.20. Ma già alle dieci di mattina si era capito che tutto stava andando per il meglio. Il Canal Grande manteneva livelli normali e neppure il mercato della zona di Erbaria, dopo Rialto, uno dei primi punti della città a «finire sotto», destava preoccupazione. E infatti, all’ora di pranzo, Piazza San Marco era completamente asciutta, la basilica era salva, nemmeno una goccia nei negozi e nelle calli retrostanti.

L’ordine di azionare il Mose era arrivato alle 6 del mattino. Per la prima volta per una vera emergenza, dopo i collaudi di questa estate. Il picco previsto sarebbe stato fra 135 e 140 centimetri, cioè abbastanza alto per allagare tutta la zona più battuta.