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Avellino merita una squadra e tanto rispetto: dov'è la proprietà?

Imbarazzante, indecoroso, indegno. Ci fermiamo qui perché si sprecherebbero gli aggettivi per definire il Calcio Avellino, umiliato dalla Torres. A Sassari la squadra biancoverde ha mostrato il peggio di sé. Anzi ha confermato i limiti strutturali e caratteriali di un gruppo modesto, che si era illuso per la goleada contro la Lupa Roma ma è subito affondato al primo esame esterno del nuovo corso targato Bucaro. Zero tiri in porta, zero cattiveria, zero assoluto. Parlare di manovra sarebbe un’offesa al gioco del calcio con l’appendice di due espulsioni da pivelli, che certificano la confusione di una compagine allo sbando, che doveva essere rinforzata adeguatamente in questa sessione di calciomercato con innesti in ogni reparto. Non è stato purtroppo cosi. Le responsabilità di quest’ennesimo crollo che allontana sempre di più Morero e compagni dalla vetta, vanno innanzitutto addebitate ad una proprietà assente e senza voce che doveva investire per costruire una squadra vincente, che si sbriciola invece puntualmente al primo colpo subito. Il Calcio Avellino di oggi non è vincente perché non c’è un progetto serio. Gli alibi dei ritardi di quest’estate non sono più tollerabili. I bonus sono scaduti da tempo. Già prima dell'esonero di Graziani. Dov’è De Cesare? Ce lo chiediamo da diverse settimane. E se lo chiedono naturalmente i tifosi che seguono i lupi dappertutto e sono stanchi di essere massacrati da squadrette in un campionato scadente in cui la compagine irpina sta rimediando figuracce in serie. Non ci siamo. Il popolo irpino è stato di nuovo mortificato mentre meritava ben altra squadra, interventi di spessore e non scommesse dopo l’ultima estate. Di questo passo il patrimonio di passione ed amore, rappresentato dai tifosi, rischia di disperdersi ancora di più. Quest’Avellino rischia di restare da solo. Nel calcio non si inventa nulla. Serve competenza. Serve programmazione. Un appello all’ingegner De Cesare: ci faccia capire quali sono gli obiettivi di questa società. Vogliamo sentire la voce della proprietà, non quelle di Musa e Mauriello, con tutto il rispetto del caso. Avellino merita una squadra. E quella bastonata a Sassari non è una squadra. Non sono lupi.